breve storia de
"il quaderno" 1984-2017
UNA CASA DEI BAMBINI, TANTO PER COMINCIARE
Nel 1964 Emilio Honegger, mio marito, ed io pensammo per i nostri due figli e altri tre di famiglie amiche di aprire a Castellanza (Va), dove vivevamo, una piccola scuola Montessori. In questa cittadina, sita nel polo tessile cotoniero dagli inizi del ’900, esistevano allora solo due scuole materne condotte da suore salesiane (tuttora a Castellanza non esiste una sezione di scuola dell'infanzia statale). Non condividevamo le modalità educative adottate in tali istituti e quindi decidemmo dapprima di organizzare una scuoletta in casa nostra: cinque bambini in tutto. Nel '65 ci fu possibile affittare un gradevole villino di via Garibaldi, scelta che da un lato suscitò le ire del parroco, dall'altro ottenne il sostegno pacato del sindaco democristiano Giulio Moroni e il consenso di alcune famiglie castellanzesi e bustocche. La scuola mantenne tale sede per una decina d'anni: a piano-terra una Casa dei Bambini; sopra - dal '67/68 - un ciclo di scuola elementare, con la prima eccellente maestra Diana Cascio; nella CdB Nives Rizzotti con Carmela Lazzaroni per la "vita pratica". Il numero dei bambini aumentò e con loro quello delle maestre presenti: dal '74 la Scuola si trasferì in locali dismessi del Cotonificio Cantoni, concessi in uso gratuito e riadattati. Ci fu persino lo spazio per l'atelier Stern guidato da Lele Cancian e per il laboratorio di falegnameria per i più grandi, tenuto da un nonno, il sig. Bottalo. Arrivammo ad avere circa 120 allievi tra i 3 e i 12 anni, tra i quali sempre presenti alcuni con difficoltà. Dal '76 accogliemmo anche alcuni piccoli tra i 15 e i 24 mesi, riservando loro uno spazio adatto. Accanto alla cura per ogni bambino si svolgeva un continuo lavoro di formazione delle educatrici e di scambio con le famiglie, apertura a molti visitatori - italiani ed esteri - sempre meravigliati del fervore e insieme della quiete esistenti nelle varie stanze della scuola. A fine anni Settanta gli spazi erano ormai saturi, tanto che - non potendo reperire un fabbricato unico - il Consiglio della Scuola decise di separare la Casa dei Bambini dalle Elementari in due strutture lontane fra loro circa un chilometro: distanza ridotta, ma sufficiente ad alterare il clima della scuola. “Piccolo è bello”, ha scritto Ernst Schumacher in merito a complessi problemi economici. Questo vale anche per le situazioni educative: non ci si può allargare troppo, né dividere, senza interrompere la fluidità delle relazioni e rischiare di alterarle. In effetti non fu una cosa buona: finì l'incontro naturale tra piccoli e grandi, lo scambio e l'intesa tra le maestre e fra i genitori. Dove il clima di vera comunità si spezza, entrano in gioco strane alleanze, gelosie, meschine rivalità, tacite omissioni, affermazioni di potere. Quello che si temeva, puntualmente si verificò: la Scuola stava diventando altro. I conflitti non mancarono, al punto che, dopo tanti anni di lavoro, nel '88 decisi di lasciare la guida della Scuola, né più vi sono tornata.
FONDAZIONE DEL QUADERNO
Quattro anni prima che questo avvenisse, intorno all'idea di preparare un foglio periodico per i genitori, si formò un "Gruppo Promotore": ne fecero parte Arthur Sackrule, creativo docente di inglese, originario del centro America, Rossana Cavaglieri, interessata ai temi della nascita come Grazia H.F., Maria Teresa Fata e Enrica Tosi Marcora come supporto grafico. In seguito nel gruppo entrarono e uscirono a diverso titolo altri amici e simpatizzanti come Carlo Alberti, Emanuele Fontana, Mariangela Gianni, Paolo Pigozzi, Mariuccia Poroli, Tiziana Valpiana... Direttore responsabile fu in principio Sackrule, l'unico ad avere i titoli necessari per l'autorizzazione del Tribunale e tale restò fino al n. 16, inverno '87-'88. Nel maggio '84 uscimmo con un “numero unico in attesa di autorizzazione, a cura della sezione di Varese dell'Opera Montessori” . Era di 10 pagine e - dato che non aveva scopo di lucro - proponemmo di abbonarsi a un ciclo di 10 numeri, al costo decisamente modesto di 10.000 lire. Sulla quarta di copertina il cerchio disegnato da Paolo Ballabio - amico raffinato e sensibile - sintetizza in maniera efficace la crescita individuale verso l'indipendenza. La seconda uscita avvenne nel settembre '84 con il n. 0 a 20 pagine; poi, ottenuta finalmente nel dicembre l'autorizzazione, avviammo dal n. 1/2 (dic.– gen. 1985 a 40 pagine), un regolare andamento bimensile. Ci si poteva abbonare da qualunque numero e riprendere qualsiasi testo purché si citasse il Quaderno; la rivista non era in vendita nelle edicole e si poteva avere solo tramite abbonamento.
IL QUADERNO COMINCIA IL SUO CAMMINO
Rivolto ai montessoriani, ai soci delle 32 sezioni dell'Opera Montessori allora esistenti, venne diffuso tra i genitori nelle Scuole e nei Nidi che conoscevamo, proposto “a chiunque cercasse modi di educazione nonviolenta (allora Montessori era un nome semi sconosciuto, quasi deriso dai più). Ecco parte di un nostro foglio di presentazione: Impostato sul racconto di esperienze, ogni numero de Il Quaderno parte di solito da un tema, un argomento per stagione; presenta numerose rubriche dedicate alle varie fasce di età (progetto nascere meglio; progetto crescere meglio; star bene al Nido; star bene a scuola; giochi e canti; segreti del mestiere; costruiamo insieme; dal dire... al fare; libri per i piccoli) e ai tanti aspetti della relazione adulti-bambini
(educazione e pace; genitori come; cronaca di normale violenza; la pagina della natura; cose d’oggi;...). Altre rubriche riguardano temi culturali più ampi (la salute; frammenti poetici; un libro - o una rivista - da conoscere; il lato femminile; il dovere della memoria; notizie da...), altre come i nostri maestri, in riferimento a figure del passato, significative in tema di educazione e scuola straniera su esperienze di accoglienza e di studio della lingua italiana offerte a persone migranti. Di rilievo, infine, la proposta ricorrente di un Documento - per lo più a carattere storico, per approfondire temi, figure, esperienze anche di scuole lontane, Montessori e non. Al Quaderno hanno nel tempo dato - sempre gratuitamente - il loro contributo di stima e di partecipazione molte persone: educatori, scienziati, scrittori, poeti, artisti, genitori, scuole con i loro insegnanti, artigiani, premi Nobel, ostetriche e medici, bambini anche molto piccoli, associazioni femminili, archivi storici, fotografi, musicisti...
LA PARTE ICONOGRAFICA
Le immagini, particolarmente curate da Lia De Pra, (esperta di storia dell'arte, allora titolare di una galleria a Busto Arsizio e madre di una delle bambine della Scuola), non sono mai state di tipo commerciale o di commento banale ai testi; piuttosto un arricchimento alle proposte, suggerendo idee grazie anche a diapositive effettuate negli ottimi Nidi del Centro Nascita Montessori (CNM) di Roma o in scuole a noi note. Abbiamo attinto in abbondanza alle bellissime foto scattate nel '74 nella nostra Scuola dal fotografo romano Paolo Rita per una mostra presentata nel palazzo comunale di Castellanza. (Paolo trascorse vari giorni in mezzo ai bambini per capire l'atmosfera di intensa attività e di indipendenza che dimostravano e seppe rendere in modo straordinario i tanti momenti che mettevano in luce il valore di una scuola senza giudizi, né punizioni, né voti). Dal n. 5 l'ingresso nella redazione di Lia portò una ricchezza di immagini di grande valore. Data la difficoltà per ragioni economiche di stampare a colori, Lia adottò una ricerca accurata di disegni al tratto o in bianco e nero, comunque di grandi autori come ad esempio Klee, Nolde, Matisse, Escher, Picasso, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Italo Castelli, Man Ray, Lele Luzzati, Emil Orlik, Armando Spadini, Rosai, Pelizza da Volpedo, autori giapponesi e cinesi, documenti dalla preistoria, autori africani, australiani, sudamericani. Ha attinto anche a disegni di artisti del Rinascimento come Leonardo e Raffaello, a incisioni di Luca di Leida, Dürer, Rembrandt. Oltre ad aver arricchito Il Quaderno di opere poco note, ha fornito vari documenti utilizzabili dai ragazzini delle elementari. La presenza costante di Lia è stata determinante nello stile e nelle scelte della rivista. Numerosi i disegni di bambini, presenti soprattutto sulle copertine, provenienti da varie scuole: quella infantile pubblica di via dei Cappuccini a Como, dove insegnava Marina Bianco Ballabio, dagli allievi di Mario Lodi, dal Villaggio Italo-Svizzero di Rimini, dalle linoleografie dei ragazzini de “Il Borgo di Dio”, fondato a Trappeto (Pa) da Danilo Dolci e, non ultimi, disegni di bambini della nostra scuola, a Castellanza, poi a Varese (già a Cartabbia e a Calcinate del Pesce). Frequenti gli schemi, i disegni esplicativi di oggetti da costruire, utili nelle classi. Per molti di questi, dopo le signore Fata e Marcora, ci aiutarono Ilaria Biganzoli, Marina Bianco Ballabio, Fulvio Honegger, Laura Simonetti.
SI CRESCE A PICCOLI PASSI
Dal n.17, Anno V, con la direzione di Lia, il Quaderno si assestò su quattro numeri l'anno, in principio di 80 o 104 pagine ciascuno, con un abbonamento di 20.000 lire, ben presto salito a 30.000. Anche se dopo i primi dieci numeri eravamo arrivati a 300 abbonati, le difficoltà di sopravvivenza restavano costanti, malgrado le uniche spese vive fossero (e sono sempre state) quelle della stampa e della spedizione postale. Proseguivamo con coraggio e cercavamo il più possibile di farci conoscere. La rete si era allargata: avevamo articoli dall'estero, idee e pareri da amici dell'Associazione “Percorsi per Crescere”, un gruppo di formatori, creatosi alla fine degli anni Settanta, finanziato dall'Amministrazione provinciale per la formazione delle educatrici nei Nidi comunali. “Percorsi” ha sempre dato un forte sostegno alla vita del Quaderno.
COPERTINE
Sempre di tinte o di sfumature diverse, sono state illustrate da disegni di bambini, con alcune eccezioni. Ad esempio: i n. 92 e 93 con foto inedite di Maria Montessori in occasione dei cento anni dalla prima Casa dei Bambini; il n. 100 è un collage composto da bambini della classe guidata da Vanda Mazzarello, il n. 112 un alberino tracciato sul muro di una cooperativa di donne tessitrici indiane, adottato come logo dall'associazione Asnada; il n. 129 riporta il simbolo dell'universo, disegnato dal maestro giapponese Zen Sengay.